Venezia 77, sintesi, voti e commenti

Quest’anno ho partecipato, ancora, alla nostra bellissima Mostra del cinema. E quest’anno a causa del Covid l Festival è stato più digitale che mai. Non tanto e non solo per la Venezia virtuale o per i contenuti dei film (che anzi mi sembrano più antichi) ma per le modalità di prenotazione. Belle, veloci ed efficienti. Finalmente si è potuto andare in tutte le conferenze e sale volute, senza più le estenuanti file.

Di seguito commento qualche film che ho visto, dimenticandomi scientemente di alcuni che davvero non valgono parole.

77th Venice International Film Festival - Wikipedia

Amants. (In concorso) Sceneggiatura altamente improbabile. Buoni i protagonisti e interessanti le location. Parigi, Oceania e Ginevra, ma la storia devia al noir in modo inutilmente repentino. Peraltro in modo bidirezionale. Voto 5

Lacci (fuori concorso) di Daniele Lucchetti. Solita solfa sugli amori indissolubili. Sebbene qui si capisca (tardi) che non esistono. Ma andare oltre è troppo difficile?

Tralasciando il finale. Antipatico. Splendidi comunque e dovunque, Morante e Orlando. Punto. Voto 6 (solo per gli attori citati che valgono 10, contro il 2 di tutto il resto).

The Duke. (fuori concorso). La meraviglia. Il vero senso di questa mostra. Un simpatico vecchietto incarna l’eroe del politicamente scorrettissimo (e a me piace tanto. Glielo dico in sala stampa). Voto. 10

Le sorelle Macaluso (In concorso) il film di Emma Dante. Al di là di una bella ambientazione e di una buona fotografia il film appare, superficiale, improbabile, poco approfondito. In sintesi, una delusione, voto. 5

PIECES OF A WOMAN (In concorso) di Kornél Mundruczó A parte l’interpretazione notevole di Vanessa Kirby, il film non decolla, nonostante i tentativi di prendere percorsi alternativi, Si tratta di un tragico parto in casa, per mano di un’ostetrica confusa e infelice (citazione) che verrà accusata di negligenza criminale. Storia già vista. Ritmo lento. Voto 5

Miss Marx (In concorso) Bel film di Susanna Nicchiarelli concentrato sulla figura della figlia più piccola del grande filosofo ed economista Karl Marx Eleanor. Nonostante fosse stata tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipando alle lotte operaie, la sua vita subisce una pesante metamorfosi quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, aspirante commediografo, poco talentuoso ma molto spendaccione. Film interessante soprattutto per la capacità della regista di evidenziare come spesso il genio delle donne sia sprecato per il maschio di turno. La mia vincitrice, voto 8.

Nowhere Special (Da nessuna parte in particolare) (in concorso) di Uberto Pasolini presentato nella sezione Orizzonti. Verrebbe proprio da commentare Niente di Speciale. Storia di un padre che cresce un figlio da solo (e capirai, è la normalità per molte donne) e consapevole di aver poco da vivere passa gli ultimi giorni alla ricerca della famiglia adottiva perfetta. Il bambino ha 4 anni ed è bravissimo. Ma il film è lento, monotono e con dialoghi banali. Voto 4, perché gioca facile (pietà e infanzia).

The world to come (in concorso) di Mona Fastvold. Storia d’amore tra due donne che alla fine dell’Ottocento vivono con i loro mariti in fattorie a poche miglia di distanza e che si innamorano una dell’altra. Anche in questo film c’è una bravissima Vanessa Kirby, ma ciononostante il film è lento, superato. Di certo non merita la vittoria. Voto 5.

KHORSHID di Majid Majid (in concorso) Tratto da un romanzo d’avventura adolescenziale il film iraniano illustra amaramente come vivono i ragazzi (e non solo) nell’Iran di questi anni. Storia e svolgimento sicuramente interessante, perde per mancanza di ritmo, come la maggioranza dei film di questo festival. Bravissimo il protagonista Rouhollah Zamani che è stato giustamente premiato con il PREMIO MARCELLO MASTROIANNI. Voto 7.

Selva Tragica (sezione Orizzonti) della regista messicana Yulene Olaizola.

La storia è ambientata nel 1920, al confine tra Messico e Belize all’interno di una giungla bella quanto pericolosa e dove regnano mancanza di regole e violenza. Qui si ritrova a dover sopravvivere la protagonista, oggetto e poi soggetto del desiderio. Interessante il lato giunglo_porno. A parte questo non merita di vincere il premio orizzonti. Voto 4.

Zanka Contact, l’opera prima di Ismaël el Iraki. Tra i migliori film di questo festival. Affascinante e adrenalinica storia d’amore ambientata a Casablanca dove, a causa di un incidente d’auto, si incontrano l’ex star della musica Larsen Snake (Ahmed Hammoud) e la prostituta Rajae (Khansa Batma). Il film primeggia per ritmo incessante, fotografia perfetta, musiche originali e approfondimento. Meritava di vincere la sezione Orizzonti sebbene nella stessa ci sia il successivo magnifico film. L’attrice ha vinto comunque il premio miglior attrice della sezione orizzonti.

The Best is Yet to Come Bellissimo esempio di cinema civile di Jing Wang, nella categoria Orizzonti. Il film offre una panoramica interessante delle condizioni e dello stile di vita del popolo cinese. Inoltre è un bellissimo approfondimento sul giornalismo investigativo che neanche gli ultimi film americani hanno saputo fare. Il protagonista Han Dong (White K), realmente esistito, ad inizio millennio, cerca di diventare giornalista, nonostante la mancanza di una laurea e pure del diploma. Tuttavia Gang Song riesce a diventare stagista nella redazione in uno dei quotidiani più importanti di Pechino (e questa è solo la parte più banale) e scopre prima un illegale traffico di falsificazione di test per malattie infettive e andando ancora più a fondo la discriminazione che le aziende e pure le università cinesi fanno con tali dati sanitari.

Padrenostro (in concorso) ha fatto vincere la coppa Volpi al sempre fantastico PierFrancesco Favino. QUI la mia domanda e la loro risposta

Mainstream di Gia Coppola. In concorso ad Orizzonti La protagonista figlia di Uma Thurman ha una vita scialba e distratta fino a quando non incontra l’istrionico, carismatico ed imprevedibile Link (Andrew Garfield), cabarettista molto particolare 8degno erede di Jim Carrey). Assieme ad un amico di lei il trio diventa un fenomeno internet con le loro performance, anche se a causa del cinismo del protagonista (unico capolavoro del film) si troveranno a commettere errori imperdonabili. Voto 7 ma solo grazie all’ex spiderman Andrew che è bravo come Jim e bello come Brad (Pitt).

MAINSTREAM (Gia Coppola) • Sale della Comunità

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